1.La nostra visione di Roma. Il più grande progetto italiano dei prossimi 10 anni
Roma è più di una città, è più dei suoi quartieri e delle sue strade, è più dei suoi monumenti e della sua storia. Roma è la vita di tutti noi, il nostro impegno e la nostra fatica quotidiana, è la vita di chi abita la città avendone cura, di chi vive la città immaginando come può essere e come vogliamo che cambi. L’identità di Roma è tutt’uno con quella dei suoi abitanti.
Roma è in uno dei momenti più difficili della sua storia recente. Il Covid ci ha colpito quando da molti anni eravamo in una condizione di crisi e di declino. Tutto sembra non funzionare oggi a Roma, abbiamo bisogno che la città sia efficiente. Le opportunità sembrano essere solo altrove, abbiamo bisogno di lavoro di buona qualità. Le difficoltà quotidiane e le fragilità sembrano aumentare ogni giorno, abbiamo bisogno di una città che includa.
Allo stesso tempo, la tragica esperienza della pandemia ha rivoluzionato la vita delle città e di ognuno di noi. Abbiamo lavorato e studiato a distanza, abbiamo creato un nuovo equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, siamo tornati a vivere nei dintorni delle nostre abitazioni per necessità, per fare acquisti o per passare il nostro tempo libero.
Anche in questa nuova normalità sono emerse le differenze economiche, sociali e territoriali. Il digital divide ha reso più difficile la vita di famiglie intere che non avevano la possibilità di lavorare o anche di eseguire la didattica a distanza. Chi abita in quartieri poveri di servizi si è trovato ancora più isolato. Allo stesso tempo, sono emerse tutte le potenzialità di una città profondamente ripensata, in cui l’economia e la socialità di prossimità tornino ad avere grande valore, arricchendo la qualità della vita di tutti noi.
Chi nel 2021 si candida al governo di una grande città come Roma deve prima di tutto confrontarsi con queste nuove dinamiche della società contemporanea e proporre nuove soluzioni per migliorare la vita quotidiana delle persone progettando una città più vicina e più umana.
Da qui viene l’idea della città dei 15 minuti. Un’idea al passo con le innovazioni promosse dalle grandi città europee, che vuol fare di Roma una città policentrica e sostenibile. La città dei 15 minuti non garantisce soltanto la prossimità dei servizi al cittadino ma traccia un nuovo modello di sviluppo urbano, che interpreta la rivoluzione digitale, la sfida ambientale, e mette al centro la qualità della vita delle persone. Realizzare la città dei 15 minuti significa lavorare per dare vita e a tutti i quartieri di Roma e rimodellare l’identità in base ai bisogni di chi vi abita. Significa far sì che tutti i cittadini possano raggiungere con facilità un parco, un presidio socio-sanitario, l’asilo o la scuola, un centro culturale, un luogo dove praticare sport, gli esercizi commerciali per acquistare ciò che serve nella quotidianità, un co-working, un luogo dove poter lavorare da remoto, riuscendo a conciliare meglio di sempre i tempi della propria vita. Significa ridurre le distanze e aumentare le possibilità per tutte e per tutti.
Insieme, per le sfide del futuro di Roma
Questo programma si fonda su una convinzione: per rilanciare questa città c’è bisogno di tutti noi. Non sono parole a caso. Queste pagine sono state scritte da decine di persone, contengono l’esperienza, la competenza, la passione di centinaia di romane e romani che vivono e lavorano nella nostra città, hanno l’ambizione di coinvolgere migliaia di cittadini in un lavoro necessario per vederla rinascere.
I prossimi anni saranno decisivi per il futuro di Roma. Il rischio che corriamo è cedere all’inerzia del declino attorno a noi. Ma esiste un’altra opportunità, che noi che vogliamo cogliere: quella di Roma che ritrova il suo ruolo, che lo afferma in un contesto diverso e che ci offre un nuovo capitolo da scrivere, partendo dal punto di vista di chi Roma la vive e la abita ogni giorno.
È la Roma che si afferma nella nuova dimensione europea e che torna a dare il contributo che tutto il Paese si aspetta dalla sua Capitale in termini di crescita, di lavoro, di inclusione. La nuova dimensione europea non è fatta solo dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che sono ora disponibili anche grazie al lavoro di Roberto Gualtieri come Ministro dell’economia. Certo queste risorse sono importanti, e vanno spese presto e bene. Ma la dimensione europea e globale è soprattutto un’idea di città: unita, solidale, in crescita. Perché mai come oggi in Italia e in Europa competitività e coesione sono tra loro legate.
Nel 2025 si terrà un nuovo Giubileo, una occasione di riflessione globale, un anno di grandi incontri e confronti tra culture, che avrà a Roma il suo epicentro. Roma sarà in grado di ospitare i pellegrini che arriveranno perché avremo lavorato ad una città di tutti, capace di accogliere anche in occasioni speciali, e di sentirsi coinvolta e partecipe del dialogo che avverrà.
Per la stessa ragione sosteniamo la candidatura all’Expo, e alle grandi manifestazioni sportive internazionali, che saranno iscritte in piani di crescita urbana con al centro i bisogni della città.
Solo in questa maniera sarà possibile per Roma tornare a svolgere il ruolo universale che le è proprio.
Più di un elenco, una visione
Questo programma elettorale, un dovere per ogni candidato, non è una semplice lista di cose da fare. Certamente, leggendolo ne troverete tantissime, di cose da fare: impegni, dettagli, singole misure. Ma è soprattutto una visione per il futuro di Roma, una visione su cui basare cinque anni di lavoro difficile e che potrà essere portato a termine solo con prospettive chiare e direzioni forti.
Perché questo è il tempo per la rinascita di Roma, per una Roma che funziona, che cresce e crea lavoro, che cura e che include. È il tempo in cui rimettere al centro la prospettiva di chi abita Roma ogni giorno, di rendere la nostra vita più facile. È il tempo di rimettere la città in grado di creare lavoro, realizzando investimenti pubblici che da troppo mancano, attraendo capitali grazie ad un’amministrazione nuova, rinnovata, qualificata, e capace di offrire certezze. È il tempo di affrontare le disuguaglianze che frammentano la nostra città e la trasformano quotidianamente in un arcipelago di isole: che non si parlano e non si conoscono.
Roma è Roma solo se è unita, una comunità coesa in cui i diritti devono essere uguali per tutte e per tutti, in ogni quartiere, in ogni strada. È unita solo se si prende cura dei più deboli e dei più fragili, costruendo le condizioni di lungo periodo perché la crescita economica sia sostenibile e riguardi tutti.
Una città è unita solo se i luoghi della cittadinanza sono raggiungibili facilmente in tutte le parti della città, una città di 15 minuti. E’ questa una città dove la qualità della vita cresce per tutti, in cui c’è più spazio e più tempo da dedicare ai propri interessi e alle proprie aspirazioni.
I nostri valori
I valori che guidano questo programma sono antichi. È l’utopia concreta di chi conosce l’urgenza di promuovere assieme l’inclusione sociale e la libertà economica, tra chi sa che senza un costante impegno a rimuovere gli ostacoli che impediscono il reale esercizio dei diritti di cittadinanza, le forze e le energie disponibili per la crescita e il lavoro saranno parziali e mortificate, anziché libere di svilupparsi. Questi valori antichi oggi hanno una occasione unica in una generazione per affermarsi, anche grazie alle risorse del PNRR. Risorse che possono cambiare il volto della vita nella nostra città. A tre condizioni.
La prima è che le risorse del PNRR, siano accompagnate da una nuova strategia di governo della nostra città, una profonda innovazione del sistema di amministrazione di Roma
La seconda è che ‘governare Roma’ non sia un esercizio tecnico svolto da pochi, ma un percorso in cui tutta la città si senta partecipe e protagonista, ognuno nel settore in cui è chiamato o chiamata ad operare.
La terza condizione, che è anche il nostro punto di partenza, è avere chiare le direttrici di azione, i punti fermi e trasversali che rendono concrete, attuali e credibili, le azioni che abbiamo di fronte a noi. Noi vogliamo che Roma sia una città che nelle sue diverse articolazioni e nei suoi mille angoli compia una profonda transizione ecologica per migliorare la nostra qualità della vita, per garantire gli stessi diritti alle generazioni future, per ritrovare un equilibrio ambientale che si sta spezzando.
Roma è la città più verde d’Europa, con la più grande estensione di parchi e aree naturali, una biodiversità tra le più ricche tra le metropoli europee. Vogliamo sia questo il segno di una città che prenda sul serio la sfida climatica e trasformi, nella direzione della sostenibilità, il sistema energetico, la mobilità, la gestione dei rifiuti e l’edilizia.
Il sistema delle reti ambientali, ecologiche, il reticolo idrografico di superficie e il sistema dei parchi, intrecciato e intimamente connesso con il suo straordinario e diffuso patrimonio storico-culturale, e con il sistema romano della cultura e della conoscenza, costituisce l’infrastruttura di base della forma di Roma, è la sua nuova Forma Urbis. Una forma costituita da vuoti (in quanto non edificati) ma che in realtà sono dei pieni spesso di immenso valore ambientale, storico, paesaggistico. È questo il grande progetto di cui Roma ha bisogno: riconoscere questa infrastruttura naturale come ciò che può tenere insieme la città di oggi e di domani.
Vogliamo una città sana, perché benessere, salute e natura sono interconnessi.
Questo impegno trasversale non è il solo a caratterizzare ogni nostra proposta, ogni nostro approccio alla città. Gli altri due si riferiscono ai motori della città, che devono essere messi al centro di ogni decisione: le donne e i giovani.
Una piena affermazione dell’uguaglianza di genere è una premessa per modernizzare Roma, una questione di giustizia, ma anche una inderogabile esigenza etica oltre che una grande questione economica e sociale. I tempi della città, i servizi, il mercato del lavoro, le politiche economiche e sociali devono essere orientate alla reale e concreta parità, che oggi è ancora lontana.
Roma tornerà ad essere una città dinamica quando i giovani vorranno venire a vivere qui, anziché andarsene come ormai avviene da molti anni. Non serve guardare le classifiche internazionali per sapere che Roma non è ‘una città per giovani’: poche opportunità, pochi spazi, ormai da due generazioni i più giovani soffrono il peso delle crisi economiche e sociali che ci hanno colpito. Se non invertiamo questa spirale, anche le risorse straordinarie che abbiamo a disposizione avranno un effetto parziale e non di lungo periodo.
Questi tre impegni trasversali aprono dunque il nostro programma, introducendo i tre capitoli che affrontano poi nel dettaglio le principali questioni davanti a noi: la Roma che funziona, la Roma che cresce e crea lavoro, la Roma che cura e che include.
Roma che funziona, che cresce, che include
Abbiamo tre obiettivi per i prossimi cinque anni. Primo: tornare a far funzionare la nostra città. Una profonda trasformazione del governo di Roma è fondamentale per far tornare i servizi pubblici all’altezza delle legittime aspettative di chi vive a Roma e migliorare la qualità della vita.
Secondo: costruire le condizioni perché Roma torni a creare lavoro di buona qualità, a crescere e a trainare la ripresa di tutto il Paese.
Terzo: ricucire le fratture della nostra città, contrastare le disuguaglianze, riavvicinare i quartieri a partire da quelli più periferici di cui va riconosciuto il grande potenziale, oltre che curarne le maggiori difficoltà.
Questi tre aspetti hanno tutti eguale importanza, e tra le proposte di questo programma vi sono quelle immediate, da attuare con rapidità, e quelle per cui è necessario un tempo maggiore.
La nostra prospettiva è quella di realizzare, come sta avvenendo in tutte le principali città progressiste nel mondo, la Roma dei 15 minuti. Nei primi cento giorni imposteremo il lavoro e offriremo risposte visibili. Dopo due anni, la vita a Roma avrà cambiato direzione, dal declino alla ripresa. Tra cinque anni vivremo in una città profondamente cambiata. Una Roma per tutte e tutti noi.